– evitare se si ritiene la morte un argomento tabu –
Ho paura di morire
non di soffrire
di morire
di un ripetersi insensato
di eterni momenti
privi di significato
dell’assurdità dell’esistenza
dell’inutilità dell’aldilà
e della totale inelluttibilitá
del niente assoluto.
Tutto cio mi affligge
come un male viscerale
che mi piega l’anima in quattro
o quest’involucro febbricitante;
e ancor mi chiedo
una volta svuotato
che cosa ne resta..
L’unica cosa che affievolisce la paura dell’assenza di ogni sensazione alla morte è la paura di dover continuare a vivere.
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Per quanto mi riguarda, per lo meno.
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Il mio assillo è: chi mi vestirà, chi mi laverà…avrà pudore e rispetto per quel guscio muto che ospitò i miei gridi?
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Epicuro, nella lettera a Meneceo, scriveva che non bisogna aver paura della morte perché se ci siamo noi non c’è la morte e se c’è la morte non ci siamo noi. Insomma noi e la nostra morte non ci incontreremo mai.
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È una bella citazione, ma è proprio l’idea di non esserci il problema, l’annichilirsi completamente, accettare l’idea di non esistere in alcuna forma o di esistere per sempre in una medesima forma priva di alcun significato
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Un altro filosofo disse riferendosi all’Essere che l’Essere è il Non Essere non è perché non può essere pensato. Il nostro pensiero non è attrezzato per capire …
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Esatto, non si puó concepire il Non essere e mai il nostro pensiero potrá valicare il confine dell’esistenza. Perciò cio che siamo finirà irrimediabilmente con la nostra morte e cio che saremo sarà inevitabilmente altro dalla nostra individualità, sia che la sostanza dell’aldilà consista nell’essere o nel non essere..
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Sicuramente ciò che conosciamo di noi finisce. Per chi crede finisce la materia ma lo spirito che la animava sarà in una dimensione atemporale descritta in vario modo a seconda della religione. La materia appartiene alla dimensione spazio-tempo (almeno mantenendoci ad una visione classica …) mentre ciò che è immateriale no.
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Cio che siamo puo essere racchiuso in una dimensione fenomenologica in cui l’individualità si distingue da ciò che è altro grazie all’orizzonte di ciò è soggettivamente percepito ed esperito (sensazioni, pensieri, etc). Secondo questa ottica cio che siamo, la nostra anima, risulta essere una proprietà emergente legata al mondo della materia e qualsiasi altra cosa sarebbe altro da noi, cosi come noi siamo altro dalla cenere, seppure noi possiamo convertirci in questa e questa in noi, secondo le semplici regole degli equilibri chimici. Non dico di non credere nell’anima, bensi non credo nell’esistenza di un’anima nella quale, oltre questa vita, sarei in grado di riconoscermi.
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La visione personalista vede anima e corpo come un unicum perciò l’anima è quella persona dato che non si dà anima senza corpo. Nella religione cristiana si crede che al ritorno di Cristo la persona tornerà integra (la resurrezione della carne) ma trasfigurata come il Cristo risorto. Vedi, la caratteristica di ogni religione è la speranza, siamo nati per non morire più.
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Ma anche accettando il non morire piu la grande domanda resta “che senso ha?” Eterna vita ? E dopo eoni di felice attesa? Dopo aver visto mille universi nascere e morire, basterà un sorriso a spiegare tutto questo?
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Con le nostre categorie è difficile o impossibile capire. La vita eterna è la promessa di Cristo per chi lo segue, altro non so e non so neanche com’è, dicono che sia gioia pura e amore ma dicono …
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Si, forse è vano discutere su ciò che non ci è dato capire..
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No, non è vano perché l’essere umano è dotato di intelligenza speculativa ed è capace di domande esistenziali, il motivo per cui ha fatto quello che ha fatto, il più debole tra tutti gli animali.
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L’unico pensiero che mi fa tornare un barlume di serenità quando mi vengono i pensieri che tu così bene hai descritto, e che mi tolgono il fiato e mi fanno quasi male fisico dalla paura, è che, al di là di qualsiasi schema religioso e semplificando all’estremo, potrebbe avere ragione chi sostiene che il corpo è solo un involucro e questa vita non è altro che una delle evoluzioni della nostra anima, che continuerà anche in futuro, fino a quando di vita in vita non saremo in grado di arrivare al livello ultimo che è quello del benessere e della felicità.
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Il problema di queste soluzioni è che dico “non preoccuparti di domani, ci sarà un dopodomani e sarai felice” ma quello che io mi chiedo è “e dopo?” Un’eternità di felicità vacua e priva di significato? Accettare la mancanza di significato dell’esistenza in cambio di una caramella edulcorata di eterna beatitudine?
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Teoricamente si tratterebbe di felicità appagante, che ti riempie totalmente e non ti fa porre nemmeno vagamente il problema di altro, qualcosa di cui forse qui oggi noi (io almeno) non possiamo concepire neppure l’idea. Ma ad ogni modo non si arriverebbe ad una comprensione del significato dell’esistenza, e ciò resta comunque inaccettabile anche per me.
….ma tant’è..
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Forse eternità significherà rendersi conto dell’insignificanza del significato, essendo questo un costrutto fondamentale e rilevante solo per noi umani e per questo solo come inumani o anti-umani saremo in grado di accettare l’alternarsi di esistenza ed inesistenza, come un circolo che non ha vettore. Mentre a noi qui non resta che crogiolarci nella vacuità del possibile e sperare nella possibilità dell’improbabile..
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Ho paura di soffrire …non di morire…
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La paura della morte nasce dall’ignoranza della sua natura. “I vivi sono consci che moriranno, ma i morti non sono consci di nulla.” Cosi ho visto scritto sulla Bibbia. Così la morte è il contrario della vita. Semplicemente. Gesù risuscitò Lazzaro che dormiva nella morte. Gli ebrei non credevano nell’immortalità dell’anima ma nella risurrezione, che letteralmente significa alzarsi. Dio ha dato la terra agli uomini, ma i cieli appartengono a Lui, per cui arriverà il tempo quando i morti risorgeranno per una seconda vita… la vita eterna su una terra ripulita dal male.
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Secondo una nota diceria 🙂 polvere, resta. Secondo le mie dicerie, la vita, resta, e noi, in vita diversamente. Naturalmente, questo è quello che credo, non, quello che so. Quello che certamente so, è che sarà la vita ad avere l’ultima parola. Per questa certezza, sto a zero con i problemi. 🙂
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